Installazioni e video per riscoprire la realtà
di Tiziana Tricarico
La forma delle cose è negli occhi di chi le guarda. E' questo il concetto attorno al quale di sviluppa "Image project", la personale di Antonio Barbagallo a Spazio Arte, la galleria di Annamaria Barbato. In mostra istallazioni, stampe digitali su carta o alluminio e quattro video realizzati negli ultimi due anni dall'artista napoletano.
Corde, panni e stoffe colorate ed intrecciate compongono strane sculture "morbide" che l'obiettivo fissa nel tempo e nello spazio: Barbagallo fotografa anche assemblaggi di forme vegetali e reinterpreta la maternità tra piume, gel e frutta in un gioco infinito di prospettive. Tutti gli oggetti immortalati finiscono poi sotto vetro in 92 bottiglie di diversa forma e dimensione, accuratamente sigillate con la ceralacca (anche se dall'interno fuoriesce sempre qualcosa) a sottolineare la preziosità del contenuto per l'artista: tanti piccoli "message in a bottle"che costruiscono una sorta di parete della memoria.
Nell'altra istallazione "Front Back", composta da quattordici immagini formato A4 più una grande e rettangolare in chiusura, l'obiettivo analizza un paio di guanti da lavoro, espressione del vissuto dell'artista, scomposti in minuscole porzioni, a loro volta ingrandite oltre misura, costituiscono una vera e propria astrazione del colore. Nelle parti, che si estraneano completamente dal tutto, gli occhi scovano figure antropomorfe, mentre in un percorso al contrario lo sguardo dello spettatore è sfidato a trovare nel tutto la singola parte. Ancora, le singole parti fotografate, sottolineate dalle note di una chitarra elettrica e dai versi di Ivano Fossati, diventano protagonisti di un video che gioca anche con le "esplosioni" dell'inchiostro sulla carta. In un altro video, invece, Barbagallo analizza il concetto della trasformazione: fiori e frutti, piuttosto che stoffe ed oggetti, si sovrappongono in dissolvenze con l'interessante e curiosa scoperta di quel momento, unico ed evanescente, del trapasso di un'immagine nell'altra.
I tre momenti - istallazioni, stampe e video - diventano così testimonianze di diverso profilo sulla formazione dell'opera soprattutto sotto l'aspetto dei tempi e dei modi diversi della percezione.
Da "Il Mattino"del 18 Ottobre 2009